E’ da qualche anno che il cibo biologico sta acquisendo sempre più importanza nella vita quotidiana. Non si tratta più di qualcosa che solo i più attenti alla salute considerano e ormai si trova praticamente ovunque, dai negozi specializzati fino ai supermercati dove gli scaffali bio si moltiplicano a vista d’occhio. Ma cosa c’è dietro tutta questa crescita? E soprattutto, ha davvero senso spendere di più per acquistare prodotti bio?
Un mercato in forte crescita
Il mercato italiano del bio sta vivendo forse, uno dei momenti migliori della sua grande crescita. Stando ai numeri recenti, il settore alimentare biologico in Italia arriverà a quasi 10 miliardi di dollari entro il 2030, con una crescita annuale del 10,7% a partire dal 2024. Non sono sicuramente cifre da sottovalutare e confermano come il biologico ormai stia diventando un pezzo importante del mercato alimentare italiano.
Nel 2023, il settore bio ha registrato un fatturato di circa 4,8 miliardi di dollari, si parla del 2,1% del mercato mondiale di alimenti biologici. Insomma, non si è ancora al livello degli Stati Uniti, che dominano il settore, ma rimane evidente che l’interesse verso questi prodotti sia in continua crescita.
Ma da cosa deriva tutto questo interesse? Di anno in anno, le persone stanno diventando sempre più attente all’alimentazione e soprattutto all’impatto che le scelte hanno sull’ambiente. Per molti, il biologico sembra essere una risposta a queste preoccupazioni.

I vantaggi del mangiare bio
Quando l’argomento è il bio, spesso la domanda che si pone è: vale la pena pagare di più rispetto ai prodotti normali? La risposta non è così immediata, ma diversi studi scientifici dimostrano che i vantaggi ci sono e non sono pochi.
Tra i principali motivi c’è la minore esposizione ai pesticidi. Il cibo bio, infatti, viene coltivato senza l’utilizzo di pesticidi chimici che rappresentano un rischio per la salute.
Non si tratta, però, solo di cosa non c’è, ma anche di cosa c’è in più in questa tipologia di alimenti. I cibi bio hanno spesso un contenuto di antiossidanti dal 20 al 70% più alto rispetto ai valori tradizionali e alcuni studi dimostrano che i prodotti bio hanno più vitamina C, ferro, magnesio e fosforo. In parole povere, mangiare bio è un’occasione per assumere più nutrienti.
Un altro punto a favore è senza dubbio il sapore. La maggior parte dei consumatori dice, infatti, che i prodotti bio hanno un gusto migliore. Ciò potrebbe essere garantito dalla maturazione più naturale e dalla minore esposizione a trattamenti artificiali come i gas per accelerare la maturazione. Inoltre, i prodotti biologici sono senza OGM, cioè organismi geneticamente modificati, per chi preferisce alimenti il più naturali possibile.
I limiti e gli svantaggi
Nonostante i molti vantaggi, il biologico ha anche i suoi problemi. Sicuramente il principale è quello del costo, che frena molte persone nel consumo regolare di questi prodotti. Generalmente gli alimenti bio costano di più rispetto a quelli convenzionali e questo rende difficile per molte famiglie seguire questo tipo di dieta specifica.
Un ulteriore aspetto da considerare è quello della varietà limitata, specialmente nei supermercati. Sì, è vero che la situazione sta migliorando rapidamente, ma non tutti i prodotti si trovano ancora in versione bio e questo può rendere complicato fare una spesa completamente biologica.
Bisogna dire anche che “biologico” non sempre significa “sano”. Ci sono, infatti, molti alimenti bio che contengono in ogni caso ingredienti poco salutari: biscotti con oli vegetali scadenti, prodotti fatti con farine raffinate invece che integrali, dolci con tanto zucchero (anche se bio).
Anche sulla qualità ci sono delle problematiche, non è raro infatti trovare prodotti bio di qualità scadente. Questo potrebbe dipendere dal fatto che non vengono sempre seguite pratiche importanti come, per esempio, raccogliere i frutti quando sono completamente maturi, cosa che invece fa chi si dedica all’agricoltura biologica per passione.
C’è anche da considerare che anche i prodotti biologici possono essere contaminati da sostanze inquinanti presenti nell’ambiente e nell’aria. L’agricoltura biologica riduce l’uso di sostanze nocive aggiunte, ma non può eliminare del tutto i contaminanti ambientali che già ci sono.

Il marketing del biologico
Uno degli elementi chiave del settore biologico è il marketing. La crisi ambientale è, oggi, una delle principali preoccupazioni del consumatore moderno, come evidenziato dal Rapporto Coop 2022, e questo ha spinto molte aziende alimentari a sviluppare strategie di comunicazione basate sulla sostenibilità.
Principalmente queste strategie si basano su alcuni punti fondamentali:
- L’autenticità e la trasparenza, con aziende che condividono informazioni dettagliate su come producono e sui produttori locali con cui collaborano
- Lo storytelling sostenibile, dove le imprese raccontano il loro impegno per l’ambiente e il benessere degli animali
- Le collaborazioni con partner che hanno valori simili, per amplificare il messaggio di sostenibilità
- L’educazione dei consumatori, con iniziative per sensibilizzare sullo spreco alimentare e sulle pratiche sostenibili
- La comunicazione dell’impatto positivo, con dati concreti che dimostrano i benefici ambientali e sociali delle loro attività
Capita che, nonostante gli sforzi di molte aziende siano davvero sinceri, c’è sempre il rischio di cadere nel fenomeno del “greenwashing”, cioè quando un’impresa si presenta effettivamente come ecologica o sostenibile, ma in realtà non lo è davvero. Motivo per cui è importante mantenere sempre lo spirito critico quando si analizzano messaggi di marketing.

Una scelta consapevole
La decisione se comprare o meno prodotti biologici resta una scelta personale che dipende da vari fattori: budget, priorità di salute, valori personali e disponibilità di prodotti nella propria zona.
Ci sono senz’altro buoni motivi per preferire gli alimenti biologici: meno pesticidi, più nutrienti, possibili benefici per la salute a lungo termine, migliori pratiche di allevamento per gli animali e minor impatto ambientale. D’altra parte, il costo più alto, la varietà limitata e il fatto che “biologico” non significhi automaticamente “salutare” sono aspetti da tenere in considerazione.
Forse la strada migliore è un approccio equilibrato. Per chi non può permettersi di comprare solo prodotti biologici, potrebbe essere utile concentrarsi su quelli che tendono ad avere più residui di pesticidi quando sono coltivati in modo convenzionale, come fragole, spinaci e kale. Oppure privilegiare l’acquisto biologico per i prodotti che si consumano più spesso.
Un’altra strategia potrebbe essere quella di comprare prodotti locali e di stagione, che anche se non certificati biologici, potrebbero avere un impatto ambientale minore grazie alla riduzione delle distanze di trasporto e potrebbero essere coltivati con metodi più sostenibili.
Qualunque sia la scelta, l’importante è essere consapevoli di ciò che si mette nel carrello della spesa e, di conseguenza, sulla propria tavola. Il mercato del biologico continuerà a crescere nei prossimi anni, e con esso probabilmente anche la disponibilità e l’accessibilità di questi prodotti. Nel frattempo, informarsi, fare scelte consapevoli e sperimentare resta la strada migliore per un’alimentazione che sia al tempo stesso sana, sostenibile e adatta alle proprie possibilità.