Il turismo enogastronomico, un tempo considerato un semplice complemento del classico viaggio di divertimento, oggi si è evoluto in una vera e propria forma di esplorazione autonoma e distintiva, che spinge curiosi da tutto il mondo alla scoperta di storie e tradizioni culinarie. Questo fenomeno culturale e turistico si lega all’idea che il cibo non sia unicamente una parte essenziale per la sopravvivenza umana, ma anche un espressione vivida dell’identità di un luogo.
Alla base del turismo enogastronomico si trova la ricerca dell’autenticità, un’ardente voglia di esperienze che offrono la possibilità di approfondire le tradizioni locali attraverso i sapori e gli aromi che contraddistinguono una regione. Viaggi che iniziano nelle cucine fumanti e nei bucolici vigneti e che si snodano attraverso cantine secolari e antichi mercati tuttora in vita, viaggi che regalano un’esperienza che nutre tanto il corpo quanto l’anima.
Già nel 2023 la crescita di questo settore contava un 37% in più rispetto al 2016, incoraggiata soprattutto dalla consapevolezza globale sempre più crescente del ruolo del patrimonio gastronomico come parte integrante della cultura di una nazione. Oggi infatti, i più appassionati sono alla ricerca di storie dietro le ricette tipiche, così come sono spinti anche dalla voglia di comprendere le origini di antiche tecniche di produzione ancora utilizzate.
Questo fenomeno gioca un ruolo fondamentale anche per la sostenibilità e per il supporto alle economie locali, poiché molto spesso i viaggiatori sono incuriositi da pratiche agricole biologiche, da prodotti a chilometro zero e da iniziative volte a promuovere la conservazione della biodiversità. Questo tipo di turismo diventa quindi un ponte tra il visitatore e il territorio, creando un circolo virtuoso di rispetto e valorizzazione delle risorse naturali e umane.
Secondo alcuni dati diffusi dall’Osservatorio Nomisma-Unicredit, il 2022 è stato l’anno della ripartenza per il settore turistico post-covid, dove si sono contati circa 28 milioni di turisti di cui il 39% si è mosso per motivi legati all’enogastronomia. Di conseguenza anche il lato dell’offerta si è adattato alla grande richiesta, e molti operatori hanno iniziato a proporre tour enogastronomici volti alla scoperta delle tradizioni del territorio, alla condivisione del proprio patrimonio sia culturale che culinario.

Impatto economico e culturale
L’impiego del turismo enogastronomico come leva economica e culturale ha assunto un ruolo di primo piano nel panorama turistico internazionale. L’Italia, con il suo patrimonio culinario e vinicolo inestimabile, si pone come esempio paradigmatico di come questo settore possa influenzare positivamente l’economia nazionale e locale.
Il giro d’affari generato dal turismo enogastronomico, che nel 2023 ha superato i 30 miliardi di euro, rappresenta una fetta significativa del mercato turistico italiano. Una cifra che non indica solamente un alto tasso di interesse crescente dei viaggiatori verso esperienze gastronomiche, ma è un vero e proprio segnale della vitalità che appartiene a questo settore e che contribuisce in modo sostanziale all’economia specialmente delle aree meno urbanizzate, il più delle volte trascurate dai flussi turistici più tradizionali.
L’incremento significativo di tale interesse ha portato alla valorizzazione dei prodotti locali ma soprattutto alla promozione di pratiche agricole sostenibili. Il turista enogastronomico oggi preferisce la visita di un’azienda di produzione che svolge il suo lavoro in modo sostenibile, di conseguenza la maggior parte dei produttori si è adattata a queste richieste, dando grande importanza a fattori come la raccolta differenziata o l’utilizzo di materie prime che provengono da agricolture biologiche.
Inoltre, l’effetto moltiplicatore che deriva dall’investimento in questo settore è evidente: ogni euro speso in esperienze enogastronomiche genera un ritorno economico che beneficia non solo i produttori diretti, ma anche una vasta gamma di servizi collaterali, come l’ospitalità, il trasporto e il commercio al dettaglio. Tutto ciò ha anche invogliato l’innovazione e l’imprenditorialità, con la nascita di start-up e iniziative che si intrecciano con la cultura e l’economia digitale, ampliando così le possibilità di sviluppo e di internazionalizzazione delle imprese locali.
Crescita e opportunità nel turismo enogastronomico
Il turismo enogastronomico si sta rivelando l’investimento principale per quanto riguarda il settore turistico e per l’industria alimentare, favorendone sia la crescita che l’innovazione. Quando si valorizza un prodotto o una tradizione gastronomica locale infatti, non si omaggia esclusivamente la cultura culinaria, ma si utilizza un vero e proprio strumento di sviluppo economico a 360 gradi. Per questo motivo oggi le imprese cavalcano questa tendenza che genera benefici economici, sociali e culturali che vanno ben oltre il breve termine.
Oggi infatti, tutte le attività legate al turismo enogastronomico, a partire dalle degustazioni guidate fino alle attività che propongono prodotti tipici, iniettano vitalità nelle economie locali, che spesso trasformano piccole città e villaggi in destinazioni turistiche di primo piano. Tali esperienze danno un contributo significativo nel creare un legame diretto tra produttori e consumatori, favorendo così anche un turismo responsabile e consapevole che riesce a valorizzare a pieno il territorio e le sue peculiarità.
Riescono quindi a trarne vantaggio tutte le imprese che navigano nel settore del food&beverage, di cui stiamo assistendo un’importante ascesa negli ultimi anni. Grazie ai potenti mezzi di comunicazione a cui si ha accesso, come ad esempio i social media, il food marketing sta attraversando un momento di crescita esponenziale, creando un’opportunità anche per il marketing enogastronomico.

Il ruolo del Food Marketing e dei social media nell’era digitale
Nell’epoca digitale attuale, il marketing enogastronomico e l’utilizzo strategico di mezzi come Instagram e Facebook hanno assunto un ruolo fondamentale nella promozione del turismo enogastronomico. Questi strumenti infatti, offrono alle aziende la possibilità di raccontare la propria storia in modo coinvolgente e più visivo, con la capacità di raggiungere un pubblico molto vasto e diversificato. In poche parole, se c’è qualcosa che non può mancare per attuare al meglio le strategie di food marketing al giorno d’oggi, sono i social media, che mirano ad aumentare la visibilità e l’attrattiva delle destinazioni enogastronomiche.
In particolare questi strumenti di comunicazione, si sono dimostrati mezzi senza precedenti per la condivisione di esperienze, attraverso foto, video e racconti si può trasmettere facilmente l’essenza delle imprese alimentari creando un dialogo diretto con i potenziali viaggiatori. Queste interazioni, oltre a ispirare e a coinvolgere aspiranti visitatori, permettono la nascita di comunità di appassionati che condividono valori e interessi comuni.
Lo stesso vale per gli e-commerce che offrono l’opportunità alle aziende di vendere le loro specialità in tutto il mondo attraverso pochi e semplici click, non a caso si parla di un 60% dei turisti enogastronomici che una volta terminate le loro esperienze continuano a comprare online i prodotti alimentari che li hanno conquistati.
Si può dire quindi che il turismo enogastronomico e il suo marketing digitale rappresentano un binomio inscindibile nel panorama turistico contemporaneo. Con l’adozione di strategie di marketing innovative e l’impiego efficace dei social media, le destinazioni enogastronomiche possono ampliare la loro portata e consolidare la loro posizione nel mercato globale, offrendo esperienze che vanno oltre il semplice viaggio, per diventare un vero e proprio percorso di scoperta culturale.